VILLA EMO: LA VILLA FATTORIA MEGLIO RIUSCITA

Villa Emo costituisce il cuore di questa piccola frazione, Fanzolo, nel comune di Vedelago. La Villa è il secondo esempio di villa palladiana che abbiamo a Treviso. Difatti intendo palladiana in senso stretto, ovvero progettata non solo in stile palladiano, ma realizzata dall’architetto Andrea Palladio in persona a metà del 1500. I proprietari che commissionano questa grande opera è la famiglia veneziana degli Emo, famiglia di origine greca, ma appartenete al patriziato veneziano già dal 1200.

Già prima di iniziare la visita guidata di Villa Emo ti renderai conto che è unica nel suo genere; infatti è l’esempio miglior riuscito di Villa Fattoria. Cosa significa? Intendo dire che in questa Villa, come forse in nessun altra, riesce a conciliare esigenze pratiche e funzionali con quelle estetiche di rappresentanza. Difatti il corpo centrale assolve perfettamente al compito di centro direzionale dell’attività agricola e al contempo è sede di rappresentanza del nobile in terraferma, simbolo del suo prestigio e del suo potere, anche fuori  da Venezia, in villa (campagna) quindi. Palladio in questo senso non ha eguali, è il più grande di tutti i tempi in materia di coniugare praticità e bellezza!

Dal corpo patronale, magistralmente affrescato da  G.B. Zelotti, allievo di Paolo Veronese,si prolungano ortogonalmente due barchesse, che diversamente dal corpo centrale sono prive di ornamento, non necessario dato che la loro funzione era quella di ricovero degli attrezzi agricoli. Tutt’intorno è ancora riconoscibile l’antico borgo contadino che gravitava attorno alla villa.

GLI INTERNI: L’INFINITA LOTTA FRA PASSIONI E VIRTÙ

Continuando la nostra visita guidata di Villa Emo negli interni, potremo riconoscere l’assetto tipico delle ville venete: un salone centrale con 2 stanze comunicanti per lato e un pronao che ci introduce dall’entrata principale. Inoltre noteremo come G.B. Zelotti ampli magistralmente lo spazio attraverso un esperto uso della prospettiva e finte architetture e costelli lo spazio pittorico con episodi mitologici e di storia romana, iconografie cristiane e personificazioni di vizi e virtù.

Ma non è tutto: Palladio crea una stanza, la cosiddetta stanza delle arti, esclusivamente dedicata allo studio e alla pratica delle arti. Lo studio e l’esercizio delle arti erano ritenute un’attività fondamentale nella vita di un nobile, in primo luogo necessarie per la sua formazione, in secondo luogo per vivere meglio i valori della famiglia, della concordi e della sobrietà.

Qualunque siano i soggetti rappresentati, il tema che ci conduce quasi come un fil rouge in ogni sala, tema tra l’altro molto in voga nelle ville del tempo questo: il controllo delle passioni e la pratica delle virtù coniugali. All’amore coniugale e all’istituzione matrimoniale si contrappone il tragico epilogo di ogni amore illegittimo.

Inclusioni

Esclusioni