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Museo Collezione Salce: 12 giugno inaugurazione nuova sede a Treviso

Allestimento della mostra nella chiesa di Santa Margherita in attesa dell'inaugurazione. Foto: Museo Collezione Salce..

Allestimento della mostra nella Chiesa di Santa Margherita in attesa dell’inaugurazione. Foto: Museo Collezione Salce.

“Habemus datam!” diremmo in quest’ occasione.  È stata fissata una data “realisticamente praticabile”, così è stata definita quella del 12 giugno 2021. L’appuntamento in calendario per tal giorno? La più volte rinviata inaugurazione della nuova sede del Museo Collezione Salce di Treviso, presso l’ex Chiesa di Santa Margherita. Finalmente dopo vari posticipi (5 dicembre 2020, 28 marzo 2021) dovuti alla pandemia causata dal covid 19, una delle più importanti collezioni di manifesti pubblicitari in Italia (circa 25.000 ) potrà finalmente lasciare cantine e scantinati ed essere ammirata e conosciuta dal pubblico. Affianco alla collezione, che qui a Santa Margherita troverà la sua nuova casa, verrà inaugurata una mostra monografica su Renato Casaro, definito l’ultimo cartellonista del cinema. La mostra, che si svilupperà oltre che in questa sede, anche al complesso del San Gaetano e al Museo Civico di Santa Caterina, durerà fino al 30 settembre 2021.

I cartelloni cinematografici di Renato Casaro: lo vediamo o no questo film?

Renato Casaro. Foto: https://wsimag.com/it/spettacoli/65250-lultimo-cartellonista-del-cinema

Renato Casaro l’ultimo cartellonista del cinema

Con i suoi cartelloni cinematografici Renato Casaro non solo ha saputo riassumere e rappresentare il cuore del film soggetto, ma quasi anticipare le emozioni che avrebbe vissuto il pubblico guardando in film, influenzandone le preferenze.

È riconosciuto come uno dei maggiori cartellonisti cinematografici del nostro tempo; ha lavorato affianco ai più grandi registi: Sergio Leone, Francis Ford Coppola e Carlo Verdone, per citare solo i più noti. In più di 50 anni di carriera ha prodotto un numero sterminato di manifesti. Alla mostra “Renato Casaro, l’ultimo cartellonista del cinema” sarà possibile ammirare circa 300 pezzi, rigorosamente stampati e originali, ma non solo. Si potrà vedere anche il percorso di produzione, dall’idea, allo schizzo, all’esecutivo definitivo per poi passare alla stampa, e quindi una parte didattica non mancherà.

“Quando i miei cartelloni cominciarono ad avere successo, un produttore e regista osservò che firmavo i miei lavori con il nome René (come mi chiamava mia madre). ‘Ma sembra il nome di un coiffeur!’ Mi fece notare. Da quel momento la mia firma è diventata Renato Casaro”.

Per leggere l’intera intervista https://wsimag.com/it/spettacoli/65250-lultimo-cartellonista-del-cinema

Da San Gaetano a Santa Margherita: fosse solo il trasloco dei manifesti

“Non si tratta solo di trasferire i manifesti “– chiarisce l’architetto e direttore del Museo Collezione Salce Chiara Matteazzi – “Ciascuno di essi va esaminato, anche ai fini conservativi, ne va decisa la collocazione e la microcippatura, per consentirne l’immediata ricerca attraverso il nuovo sistema computerizzato messo a punto all’interno del caveau creato nel cuore dell’ex chiesa”.

Gli interni della sede di San Gaetano durante una mostra. Foto: https://www.lavitadelpopolo.it/Paesi-Citta/Treviso/Collezione-Salce-inaugura-il-nuovo-museo

Gli interni della sede di San Gaetano durante una mostra

Il numero dei manifesti certamente impressiona. Una quantità cospicua da spostare da una sede all’altra, un trasporto delicato che richiede massima attenzione e tempi tecnici precisi, trattandosi di materiali preziosi altresì molto fragili. Una volta arrivati alla nuova destinazione, Santa Margherita appunto, dovranno essere sottoposti a un check-up del loro stato di salute e resi “digital” con il loro inserimento nel database del museo.  La scelta della loro nuova collocazione è solo l’ultimo passo e sarà basata sul responso di questo check-up. Un processo a fasi propedeutiche, che vanno rispettate e che secondo le previsioni potrebbero concludersi a fine 2022 con il trasferimento dell’intera collezione.

Da quel momento Treviso potrà essere eletta culla del più “tecnologico museo dell’affiche al mondo”, riferimento internazionale per l’arte del manifesto e non dimentichiamolo, terra d’origine Renato Casaro uno dei maggiori cartellonisti cinematografici del nostro tempo.

La collezione Salce: occasione di rinascita per la Chiesa di Santa Margherita

Il chiostro della Chiesa di Santa Margherita dopo il restauro. Foto: https://percevalasnotizie.wordpress.com/2020/12/02/treviso-restaurato-il-chiostro-dove-venne-sepolto-pietro-alighieri-foto/

Il chiostro della chiesa di Santa Margherita dopo il restauro. Foto Udo Koeller

La chiesa di Santa Margherita, senza voler essere blasfemi, possiamo quasi dire sta per risorgere a vita nuova, ovvero come sede della Collezione di manifesti pubblicitari Salce. Un recupero straordinario di un patrimonio non solo edilizio, ma artistico e culturale che il tempo, la storia e l’incuria non hanno risparmiato, ma che torna a risplendere grazie all’ esigenza di un ambiente più ampio per la collezione, rispetto agli spazi attuali (San Gaetano). Tuttavia gli ambienti di San Gaetano rimarranno  in attività come sede espositiva  “ausiliaria” della principale Santa Margherita.

Il progetto di recupero del complesso è stato condotto dall’architetto Chiara Matteazzi in collaborazione con la direzione regionale dei Musei Veneti. Il progetto ha previsto anche il rifacimento della pavimentazione esterna, altresì la ricostruzione del chiostro medievale distrutto dal bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Sarà possibile quindi per noi visitatori avere almeno un’idea di come dovevano essere questi spazi. Sempre nel chiostro venne sepolto, insieme a molti altri fiorentini illustri Pietro Alighieri, figlio del sommo poeta, morto a Treviso durante un soggiorno nel 1364.  Le sepolture purtroppo sono andate perdute, tranne quella di Pietro Alighieri, il cui monumento funebre venne rimosso in epoca napoleonica, scomposto e ricollocato dal 1935 all’interno della Chiesa di San Francesco a Treviso.

Il nuovo Museo utilizzerà in modo ampio le nuove tecnologie, sia per far entrare il visitatore nel tema della creazione dei manifesti, sia per illustrarli anche ai non vedenti. Sia, e soprattutto, per rendere facile agli studiosi esaminare ogni singolo manifesto della Collezione. Un sistema computerizzato “consegnerà” il manifesto per essere esaminato e sarà “attinto” da uno dei grandi contenitori blindati dove i materiali sono conservati, al buio e in ambiente climaticamente controllato.

Infine negli spazi di Santa Margherita troveranno sede anche i laboratori tecnici destinati a monitorare e preservare la salute dei preziosi e fragili materiali.

FERDINANDO (NANDO) SALCE: il ragioniere collezionista

Foto ritratto di Ferdinando (Nando) Salce. Foto: https://finnegans.it/il-museo-nazionale-collezione-salce-di-treviso-apre-con-la-belle-epoque-di-ennio-pouchard/

Foto ritratto di Ferdinando (Nando) Salce 

Ragioniere nella vita, collezionista nell’animo. Grazie all’agiata condizione economica della famiglia, Ferdinando (Nando) poté dedicarsi quasi totalmente alla sua passione incontenibile per le affiches che nel corso della vita lo portò a collezionare un numero come circa 25.000 manifesti. Il primo pezzo che acquistò fu il celeberrimo “Incandescenza a gas Auer”, realizzato da Giovanni Maria Mataloni nel 1895. Un tesoro inestimabile che lo stesso Ferdinando Salce decise con testamento del 26 aprile 1962 di non tenere per sé, ma di donare allo Stato Italiano perché potesse essere materiale di studio per scuole, accademie e appassionati delle arti grafiche.

“ Lego allo Stato italiano, rappresentato dal Ministero della Pubblica Istruzione la mia collezione di manifesti pubblicitari raccolti durante un settantennio esistenti tutti e soltanto nei solai della mia casa in Borgo Mazzini 48, in Treviso, della quale collezione molti giornali, riviste e mostre hanno rilevato l’importanza per la storia degli stili e degli artisti e per le evoluzioni degli usi e costumi della collettività e ciò perché serva in scuole e accademie preferibilmente locali o del Veneto, a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche”.

 

Grazie anche alla mediazione di Bepi Mazzotti, la corposa Collezione – 24.580 i pezzi allora inventariati – venne mantenuta in Treviso forgiando tuttora la città come patria e culla di una delle più importanti e ricche collezioni di arti grafiche d’Italia.

Tutti i manifesti sono consultabili nel catalogo online sul sito del ministero dedicato alla collezione

 

 Conosciamo meglio la Chiesa di Santa Margherita

Esterno della Chiesa di Santa Margherita a Treviso. Foto: https://www.beniculturali.it/luogo/nuovo-archivio-chiesa-di-santa-margherita-museo-collezione-salce

Esterno della Chiesa di Santa Margherita di Treviso

La chiesa venne edificata fra 1282 e 1310 dai frati eremitani, sulla riva destra del fiume Sile, a pochi passi di quello che un tempo veniva chiamato il Varco Elisabetta (ora Via Reggimento Italia Unita). Fu chiesa di riferimento per la piccola comunità fiorentina che viveva a Treviso al tempo di Dante Alighieri. Una minoranza che tuttavia svolgeva professioni di primissimo ordine come l’attività bancaria e di credito. Non a caso qui trovarono sepoltura molti fiorentini illustri, che per il fasto e la ricchezza di tali sepolture portarono la chiesa a essere ribattezzata “pantheon fiorentino”. Qualche anno più tardi ci pensò Tommaso da Modena a tenere in auge il pregio artistico di questa chiesa realizzando uno dei più importanti cicli di affreschi del Trecento: “Le storie di Sant’Orsola”. Fortunatamente staccati prima della demolizione dall’abate Luigi Bailo fra 1882 e 1883, oggi questi affreschi hanno trovato una collocazione, ovvero la chiesa di Santa Caterina, parte del complesso dei Musei Civici.  Nel nuovo allestimento gli affreschi rivivranno virtualmente grazie ad una proiezione sugli spazi, dove erano prima dello stacco.